Storia
„Il tempo che riserviamo a noi stessi è il tempo che ci restituisce qualcosa."
Ernst Ferstl
Tempi movimentati segnarono il Tschötscherhof: esso fu menzionato nei documenti per la prima volta nel 1494. Untertschötsch, denominato Ruzzik nei documenti più antichi, era costituito da "un'abitazione con gli edifici connessi, il fienile, la stalla, lo "Stadl" (una rimessa), l'orto, campi, prati, boschi e qualche pascolo; un prato a Compatsch (Alpe di Siusi) e sullo Joch (Alpe di Siusi), il diritto d'usufrutto di boschi comunali."
L'abitazione è costruita su una base di roccia: ne è testimone la massiccia pietra che si trova al piano interrato. L'arco in stile gotico, oggi situato all'interno della casa, nei secoli precedenti probabilmente costituiva l'ingresso principale. L'ingresso attuale riporta la scritta del 1855, a memoria dell'acquisto all'incanto di Josef Jaiter, il trisnonno degli attuali proprietari. La vecchia porta in legno al pianterreno era in origine l'ingresso alla tabaccheria, presente parecchi decenni fa nel Tschötscherhof.
Attualmente, così come nel passato, l'agricoltura, la frutticoltura, la coltivazione d'erbe nell'orto di casa e il bestiame costituiscono la parte centrale del maso. A queste attività si aggiunge la viticoltura: già in precedenza alla prima guerra mondiale i viandanti si soffermavano per rifocillarsi con le semplici pietanze della cucina altoatesina e vino di produzione propria. Dopo la prima guerra mondiale furono piantati diversi alberi da frutta: prugne, susine, mele, cotogne, pere, noci, ciliegie e nespole.
Per far conoscere l'arte della coltivazione dei masi di Castelrotto e la profonda abnegazione della popolazione contadina, il padrone di casa ha creato e cura con grande passione il "museo contadino del Tschötscherhof".